lunedì 17 ottobre 2011

Il Comune ribadisce il proprio no alla discarica Danelutto

il progetto di raddoppio della discarica tra l'argine del Torre e la roggia di Palma, tra Beivars e Godia, dietro la scuola, risulta ancora in sospeso, ma il Comune ribadisce il proprio no:

No del Comune agli impianti di Modoletto e Beivars
Messaggero Veneto 12 ottobre 2011 — pagina 18 sezione: Nazionale

mentre questo è il link dal sito del comune:
Discarica di Beivars, il Comune resiste in giudizio contro la ditta Danelutto

incredibile la replica di Danelutto:
«La discarica non nuoce ai bimbi»
Messaggero Veneto 18 ottobre 2011 — pagina 17 sezione:

A cui per prima cosa va risposto che le leggi prevedono che una buona gestione dell'impianto vada applicata in combinazione e non in sostituzione di un'idonea distanza da abiatati, scuole e giardini.

questo è il link alla Valutazione di Impatto Ambientale che è passata in modo molto discutibile, anche sotto il profilo formale (rimanda ad una serie di deroghe che non sono ancora state rilasciate).

mentre questo è il link alla successiva Valutazione Ambientale Integrata

e quest'altro è il post del 2 ottobre 2009 sull'argomento ed documento dei comitati

Il comitato ha scritto una replica a Danelutto, però i concetti non trascurabili sono troppi, al punto che anche limando e limando, sui giornali non ci starebbe senza tagli:

Udine, 24 ottobre 2011
COMUNICATO STAMPA

Visto l’articolo “la discarica non nuoce ai bimbi” sul Messaggero Veneto di martedì 18 ottobre scorso, il Comitato “Spontaneo del Torre” ed il comitato di San Gottardo, forti del consenso popolare che da ben 10 anni si schiera in difesa del torrente Torre e della salute dei residenti nei luoghi circostanti, ribadiscono il NO ad ulteriori discariche nell’area a est di Udine e ribadiscono la piena solidarietà al sindaco Honsell del Comune che resiste in giudizio contro il ricorso al TAR della ditta Danelutto.
I comitati confidano anche nella Provincia che non ha ancora rilasciato la deroga alla distanza dagli abitati. Qui le prime case sono a soli 200 metri, mentre nel raggio di 1000m ci sono migliaia di residenti : 400 metri dalla piazza di Beivars e 500 metri sopravvento rispetto alla scuola elementare ed all’asilo.
Danelutto si impegna ad applicare gli “strumenti di controllo e di mitigazione ambientale che la legge prevede”, ma omette di dire che tali strumenti sono previsti in combinazione con idonee distanze: è assurdo pensare che una buona conduzione sia sufficiente per realizzarla quasi dentro ai giardini della scuola, senza il rischio di esporre i bambini a polveri, agenti patogeni o sostanze volatili dannose .
L’esperienza insegna che imprevisti naturali, gestionali o umani possono talvolta scatenare catastrofi a partire da opere che erano considerate sicure, inoltre le discariche moderne, se pur correttamente gestite, rimangono ‘bombe ecologiche ad orologeria’, dato che nessuna barriera di impermeabilizzazione dà garanzie per più di 20 anni. Il pozzo dell’acquedotto AMGA di Planis dista meno di 3000 metri, mentre la vicinanza ad altre discariche, in caso di inquinamenti alle falde, renderebbe impossibile risalire a quale discarica sia l’origine dell’inquinamento e procedere puntualmente alla bonifica.
La Valutazione di Impatto Ambientale ha ignorato anche la centralità nell’areale di produzione della tipica patata di Godia, di molti ortaggi che gli udinesi trovano in tavola e la prossimità a produzioni agricole biologiche certificate.
Questa Valutazione sembra dunque facilmente impugnabile, ma la battaglia legale è concentrata sulla successiva Autorizzazione Ambientale Integrata, dove andrebbe valutata l’idoneità delle tecnologie a soddisfare le prescrizioni.
A proposito, sembra difficile individuare percorsi idonei per i camion che dovrebbero attraversare oltre un chilometro di bosco nel Parco del Torre proprio dove sono tornati i cervi, o, in alternativa, percorrere via Emilia, già oggetto di incidenti per il traffico di betoniere.
Dove Danelutto propone la discarica, è vigente un vincolante progetto di ripristino ambientale della ex cava, che fronteggia la passeggiata più frequentata del Parco del Torre: qui sono stati fatti anche investimenti per il verde pubblico ed il numero di residenti nel quartiere è cresciuto anche per la fiducia nel ripristino del territorio e per l’attrazione del parco.
E’ ora che si smetta di lucrare sui rifiuti e sulle aree che hanno già avuto disagi dalle cave e da altre discariche: non sono più gli anni in cui Danelutto ha realizzato la prima discarica. Adesso la zona di Beivars e Godia aspira a completare il ripristino ambientale ed essere sempre più un polmone verde per la città ed un collegamento turistico-ricreativo con i comuni limitrofi.



(foto del 21 ottobre 2011) :
L’area interessata dal progetto Danelutto, vista dalla passeggiata dell’argine del Torre : il progetto di discarica riguarda il terreno tra il recinto in primo piano e le case di Beivars sullo sfondo.


 


 

domenica 2 ottobre 2011

dove inizia il Rojello di Pradamano

il consiglier Canciani mi comunica che finalmente, dopo molte segnalazioni dei residenti (che lo scorso inverno si sono quasi trovati al casa allagata) e l'inteessamento del comitato di San Gottardo, ieri sera il consiglio comunale di Udine ha deliberato sulla piccola manutenzione richiesta ai primi metri del Rojello, dove si separa dalla roggia di Palma in via Bariglaria all'altezza dell'ex. molino Vicario.
Che porti bene alla continuita` del flusso d'acqua in questa antica opera che anticamente consentiva la vita civile in destra Torre e a desso ci rallegra con la sua presenza !
(e` l'unico tra gli antichi rojelli di Udine che ha ancora una portata minima d'acqua durante tutti i mesi dell'anno).


Questo e` il link ad un mio post di un anno fa
: tra le foto si vedeva gia` come i primi metri di rojello fossero tappati dalla vegetazione.

Caccia nel Parco

Articolo "Parco del Torre, è allarme caccia
La gente: pericoloso passeggiare" Messaggero Veneto di venerdi 30 settembre
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In effetti, la caccia e` vietata nei parchi nazionali e regionali (almeno, se non passa l'emandamento proposto dall'on.Molinari alla legge sulla caccia - v. anche qui), ma non in quelli comunali o intercomunali ed il Parco del Torre si trova tra questi ultimi.

Per me che scrivo, il problema non sono le torrette per la caccia selettiva (da anni passo davanti a quella presente sulla sponda di Salt all'atezza di Godia), in quanto per praticarla bisogna essere dotati di buoni canocchali di mira ed e` previsto di riconoscere non solo l'animale da colpire, ma distingurne anche sesso eta` e condizione di salute.

Piuttosto, viene effettata anche la caccia non selettiva (fagiani ec.) che prevede l'impiego di pallini che si disperdono con una rosa piu` larga. In effetti ad andare a correre nella pista di cross nel bosco, soprattutto la mattina presto di domenica e mercoledi, puo` significare mettersi sotto tiro, a meno che non ci si segnali acusticamente in modo opportuno (disturbando anche la fauna).

E` vero, adesso che il Parco viene sempre piu` sfruttato per l'attivita` all'aria aperta, si creano problemi di convivenza.

Appena la giunta di Udine sara` piu` libera dalla definitva approvazione del nuovo Piano Regolatore Generale (osservazioni ed opposizioni entro il 9/11/2011 e del Piano Urbano della Mobilita`, e` in programma una revisione del Piano del Parco , che coinvolga anche comuni contermini: in vista di una tale revisione, il seguente potrebbe essere un promemoria di desideri, da concordare con la riserve di caccia comunali di Udine, Povoletto, Pradamano, Remanzacco (le foto dell'articolo forse sono fuori dal territorio comunale di Udine, ma in quello di Pradamano):

  • far conoscere pubblicamente gli orari di caccia, soprattutto di quella non selettiva
  • perimetrare con tabelle le zone di ripopolamento (dove non si spara, ma dove anche i non cacciatori dovrebbero tenere i cani al guinzaglio per non disturbare la fauna in crescita)
  • perimetrare con tabelle le zone di addestramento cani e possibilmente gli orari in cui tale attivita` e` prevista
  • sarebbe bello se le riserve concordarassero con le amministrazioni alcune zone bandite dalla caccia (i percorsi piu` frequentati da chi va a correre), chiaramente perimetrate con tabelle


P.S. "L’altolà del Wwf : basta cacciatori nel parco" Messaggero Veneto di lunedi 3 ottobre

link al post del l'anno scorso dove nel video-caricatura del WWF a proposito della delimitazione delle "Aree di protezione della fauna selvatica" in attuazione della legge 157/1992, si cita proprio il parco del Torre ... per inciso, il video non sembra poi tanto una caricatura, considerata anche l'approvazione al Senato del disegno di legge soprannominato "salva-furbetti".

in seguito alle segnalazioni, il WWF aveva pensato ad una passeggiata domenicale di sopralluogo, per verificare se il parco risultava fruibile anche dai non cacciatori, e pensava di fare cosa sensata a comunicarla come 'manifestazione', ottenendo il diniego dell'autorizzazione : ecco il comunicato che ha inviato lunedi 17 ottobre seguente:

Udine, 17 ottobre 2011
IL WWF: “IL VICEQUESTORE CONFERMA LA PERICOLOSITA’ DELLA CACCIA NELL’AREA VERDE”
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L’associazione chiede al sindaco di Udine, al Prefetto e alla Regione di vietare l’attività venatoria nel parco cittadino.

“Andare a manifestare nel parco del Torre di domenica mattina significa esporre se stessi e gli altri a un pericolo reale”: è con queste parole che, secondo quanto riportato dalla stampa, il vice-questore di Udine venerdì scorso ha negato alla Lav l’autorizzazione a fare una passeggiata nel parco udinese per verificare di persona i pericoli legati all’attività di caccia all’interno dell’area verde. “Con questo atto – commenta oggi il Wwf – la questura ha di fatto ammesso l’incompatibilità fra l’attività di caccia e la frequentazione pacifica di un parco pubblico. Un tanto dovrebbe bastare al Comune di Udine per chiedere immediatamente la sospensione dell’attività venatoria nel Parco del Torre e alla Regione per decretare il divieto”.

“Qual è poi il messaggio – continua l’associazione – che viene lanciato dal vicequestore quando afferma che “una cosa è passarci per una corsetta o per portare a spasso il cane, un’altra è andarci con l’intenzione di organizzare un presidio di protesta”: che se si va al parco del Torre per svagarsi non si corre alcun pericolo ma se si va per protestare c’è il rischio che i cacciatori ti sparino dietro?”.
“È vero – ha ammesso poi la questura – che hanno detto che ci sarebbero andati senza fischietti e bandiere, ma già il fatto di fare su e giù o di sostare in un punto diventa occasione di disturbo nei confronti di chi ha pieno diritto di cacciare dall’alba al tramonto”.
“Allora qual è la reale motivazione del decreto di divieto alla manifestazione? - si chiede il Wwf - La sicurezza dei cittadini oppure il diritto dei cacciatori a sparare, diritto che diventa privilegio quando viene garantito a vantaggio di pochi cittadini e a scapito di tutti quelli che invece vorrebbero usare il parco per altre finalità, compresa, perché no, la sosta per un tempo indefinito in un punto del parco?”.

Se non bastassero le parole della questura, a confermare la potenziale pericolosità dell’attività venatoria per la sicurezza pubblica, soprattutto in aree abitualmente frequentate dalla popolazione, sono gli incidenti di caccia che periodicamente riempiono le cronache dei giornali: l’ultimo, eclatante, è proprio di ieri, vittima un cacciatore ferito a un braccio e una gamba dai colpi sparati da nientemeno che il sindaco di Verona Flavio Tosi durante una battuta nella riserva di Terzo di Aquileia.

“Dopo le dichiarazioni del viceprefetto – conclude il Wwf – ci aspettiamo che le autorità (Sindaco di Udine, Prefetto, assessore regionale competente) intervengano con urgenza per vietare l’ingresso delle doppiette nel parco comunale. Sappiamo che la competenza in materia di caccia non è del Comune né del Prefetto, ma quella della tutela della sicurezza dei cittadini sì. Infine alla Regione, a cui spetta il compito di individuare le aree interdette all’attività venatoria, chiediamo di inserire tra queste il Parco del Torre e di emanare decreto di chiusura della caccia in tale contesto”.



In quanto a chi scrive, ho passeggiato alungo con il cane domenica 16 in mattinata, ed ho incotrato cacciatori isolati tra gli impianti di Vidoni e le case di via Bariglaria, spari regolari nella zona 'di là de Tor' (ad almeno 150 metri dal guado cilcabile, o meno ?, tra gli alberi non c'è visibilità), e spari isolati lungo la roggia di Palama tra Beivars e Godia (ma sono ripettate le distanze dalle case e dalla scuola ?).
Un corridore in pausa mi diceva di aver visto nei mesi scorsi una cerva, ed anche cacciatori di lepri nei capi di Godia con i fari alle due di notte.
In quanto ai fagiani che girano per i campi, tutti convengono sul fatto che, con il passare degli anni, si comportano sempre più come polli (non ho ancora mai visti i lanci, ma direi che sono abbastanza freschi di allevamento).

intanto è arrivato questo commento (ma inviato sul post successivo):

Beh, i cacciatori non mi sembrano tanto invisibili o in sicurezza. Questa mattina ero con mia moglie e abbiamo corso 20km nel Parco del torre. Abbiamo incontrato due distinti gruppi di cacciatori, fucili in spalla e ciascuno con una muta di cani.
Inoltre abbiamo sentito schioppettate tutta mattina.
Non esiste: dove ci sono le persone non si gira con i fucili. Punto e basta.
Cosa ne dite se mandiamo una petizione alle autorità per togliere il permesso di caccia nel Torre?
Alessandro Giuriani


Per inciso, la settimana scorsa, ed anche questa, nei pressi dei guado di Beivars si svolgono esercitazioni militari ... poche decine di giovani soldati per volta (tal volta 5 camionette che posteggiano nel parco a ridosso della sbarra di via Emilia, arrivandoci attraverso il guado dal lato di Grions)