venerdì 9 ottobre 2009

autunno e ghiaie

Ai primi di ottobre, le mattine si bagnano di rugiada e una leggera nebbia avvolge il fiume



Anche sui campi, trebbiati a fine settembre, il respiro della terra crea un leggero vapore



Dopo che il Comune ha bocciato il progetto di cava a Modoletto
v. il Gazzettino del 7 ottobre 2009(pagina completa
che i residenti di Cussignacco temevano potesse trasformarsi in una discarica
v.p.es. blog di Enzo Bassi
e` sempre piu` evidente che la 'connessione' tra cave e discariche e` sempre attuale.
Qualcuno ha addirittura pensato che possa convenire il ritorno ai vecchi prelievi di ghiaia dai torrenti
v. blog di Enzo Bassi
v. anche il presidente della Provincia Pietro Fontanini sulla situazione del Tagliamento (v. Messaggero Veneto del 10 ottobre 2009, in linea con le sue posizioni precedentiv. Messaggero Veneto del 5 settembre 2003
Purtroppo non sono riuscito a seguire il forum sul nuovo piano regionale delle attivita` estrattive (PRAE), iniziato dall'assessore Lenna (prima di De Anna).
La mia idea è che gli sghiamenti dove l'alveo è stretto possano avere senso (ma forse là occorrerebbe parlare di piuttosto di 'dragaggi'), mentre dove ci sono ampie golene, rendere più fondo l'alveo di magra serve solo a convogliare rapidamente le piene via dalle zone golenali, riducendo il loro effetto di 'laminazione' e chiamando altri interventi come travese e casse di espansione.

Fatto sta che in settembre (o agosto ?), qualcuno ha effettuato dei rilievi dell'alveo del Torre proprio davanti alla discarica Danelutto, aprendo con le ruspe anche qualche 'tagliata' nel bosco per misurarne punti quotati all'interno.



Non mi sono informato su chi abbia commissionato il rilievo. Quello che e` certo e` che

  • se si lascia che il Torre depositi ghiaie e ritorni allo stato originale (prima dei grandi prelievi degli anni '50 che ne hanno abbassato l'alveo di 5 m o piu`), allora le piene potranno avvicinarsi un po' di piu` agli argini ed alle discariche;
  • se invece si procedesse a sghiaiamenti consistenti, allora continuerebbe ad erodere le sponde e ad avvicinare le scarpate ai piedi degli argini.


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